23 Dicembre 2020

 

Care Colleghe e cari Colleghi,

vi confesso tutta la mia titubanza nel parlarvi e nel porgervi quest’anno i consueti saluti di fine anno a nome mio e di tutto il Consiglio dell’Ordine, perché non vorrei turbare l’attesa delle feste natalizie che si avvicinano, seppur in un momento drammatico, con ulteriori note di tristezza o peggio con un messaggio pieno di vuota retorica. Mi pervade, cari Colleghi, un senso di forte angoscia e disorientamento per tutto quanto oggi sta avvenendo sia a livello sanitario che a livello sociale nonché politico. La situazione è preoccupante ed è sotto gli occhi di tutti noi.

Ricevo continue telefonate di colleghi, ascolto le loro parole di sconforto nel rappresentarmi i loro problemi di lavoro, le loro difficoltà economiche, le loro paure per un futuro incerto. Ancor di più le parole dei colleghi giovani mi rattristano, perchè sento la loro speranza e i loro sogni infrangersi di fronte ad una realtà e un momento storico la cui gravità supera ogni immaginazione. E c’è da tremare certo. Non si può rimanere indifferenti di fronte a quello che sta accadendo e che può ancora accadere e fanno bene i giovani a preoccuparsi, d’altra parte si preoccupano del loro avvenire.

Trovare delle risposte non è facile e non è sempre semplice utilizzare il ruolo di Presidente di questo Ordine professionale, che ricopro ormai da quasi quattro anni, per tentare di cambiare anche piccole cose a vantaggio della nostra categoria. Il mondo degli ingegneri è variegato, liberi professionisti, dipendenti di azienda, di enti pubblici, dirigenti con interessi e prerogative a volte confliggenti. Un mondo fatto di uomini e donne che con il loro lavoro e professionalità però, contribuiscono alla crescita e allo sviluppo del nostro paese.

Voglio citare una frase di Corrado Augias che recita: “I semplici e i dotti tengono insieme il mondo; sono le mezze culture che fanno confusione”.

Credo che noi Ingegneri dovremmo appartenere alla categoria dei “dotti” e che il nostro compito sia quello di cercare, nei limiti delle nostre capacità e competenze, di dare il massimo contributo per tenere insieme questo “mondo” che sta cadendo a pezzi giorno dopo girono.

Lo dobbiamo fare con impegno e determinazione perché il dilagare delle “mezze culture” in ogni ambito e luogo rischia di compromettere la tenuta sociale e democratica del nostro paese.

Avere un grande potere vuol dire avere grandi responsabilità e questo è anche il carico di chi è chiamato a governare una piccola frazione di “potere” nei ruoli di cui è investito. Una responsabilità che a volte non fa dormire, che da ansia, ma che bisogna esercitare ad ogni costo con tenacia e capacità.

Questo è stato ed è il mio compito nello svolgere il mio ruolo di Presidente. Dialogare con tutte le istituzioni, con la politica, con il mondo delle associazioni e cercare di dare un contributo per rendere più forte la voce di Noi Ingegneri e rendere sempre più credibile la nostra categoria e il Nostro Ordine.

Ho sempre creduto, cari Colleghi e Colleghe, che difendere un ideale, agire per migliorare il destino degli altri o lottare contro un’ingiustizia, trasmette comunque una piccola onda di speranza, un’onda che può diventare più forte e travolgente, se tutti insieme condividiamo lo stesso ideale e la stessa voglia di migliorare il nostro destino, il nostro e quello delle generazioni future.

Auguro dunque a tutti Voi e alle Vostre famiglie, a nome mio e del Consiglio tutto, un buon Natale e un Felice Anno Nuovo con l’auspicio che l’anno che ci lasciamo alle spalle diventi presto solo un ricordo da cui trarre un insegnamento per il futuro.

Il Presidente

Ing. Vitaliano PASCASI

 

Modificato: 23 Dicembre 2021